Giovanni Valle, Senza titolo (2014) 37 x 30 su tavola

luoghi emersi, Giovanni Valle

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A Manciano, in occasione della “Festa delle Cantine”, si terrà la Mostra “luoghi emersi” di Giovanni Valle, 6 / 7 / 8 settembre 2024 presso le Sale del Comune – via Cavour 6, organizzata dalla Pro Loco e curata da Luciana Anzalone Ariemma, giornalista, storica dell’Arte

Valle è arrivato alla pittura dalla poesia, la ricerca interiore che continua con forme e colori.

Dipinge “in solitaria”, come uno scalatore che giunge da solo in vetta.

La Mostra inizia con due dipinti di animali, molto amati da Valle, due cani, all’ingresso della esposizione, numi tutelari come i lari delle case romane.

Il percorso si avvia con dipinti di paesaggi veristi, ma già astratti per la essenzialità. Non è l’Arcadia, un ideale mondo di campagna felice, sine cura, persino soffocante nella sua insensibile perfezione, come un identikit senza anima. Sono invece paesaggi svincolati da un luogo e da un tempo contingenti; sono i paesaggi depositati, sedimentati nella coscienza e nella percezione. Quindi non un ritrattista di paesaggi: “È come raccontare un paesaggio con meno parole possibili, affinché sia rievocativo, a modo suo, e per ciascuno a suo modo. Paesaggi visti con l’occhio della mente, direbbe Picasso. E questo crea emozione nel fruitore, prende cuore, testa, precordi, ricordi, tutto insieme, vale a dire capacità di comprensione al di là del percepire razionale. “Per sicurezza, per navigare in mare aperto, occorre basarsi sulle carte, su bussole, sui mezzi a disposizione, e poi disperdersi in un mare inesplorato” (Valle).

Da qui la perfezione accurata della forma, e con questo bagaglio Valle avvia la sua fuga verso l’informale, mantenendo sempre un saldo ancoraggio alla forma. Ad esempio il quadro Limitare del bosco, nero e rosso, è senza cielo, eppure mantiene un respiro, come se il cielo ci fosse, non è un prato chiuso, soffocante, (prato e fondale fatto di foglie scure). “Lavorando su questi elementi arrivo all’ immagine astratta, che mantiene l’equilibrio vertiginoso di un’opera disarticolata dalla realtà perché è andata all’essenza” (Valle).

In Enigma il cielo nuvoloso ha come appoggio un panorama sempre più indistinto. Materia ed energia, appoggio e slancio, i due elementi del cosmo.

Il grigio che domina il dipinto è ottenuto senza usare una goccia né di nero, né di bianco, né di grigio, ma colore blu e terre. Così i grigi diventano ricchi, pieni di colore nascosto, perché sono miscele, vibranti.

La pittura di Valle non è una nota unica, ma più note che suonano, vibrano a formare un accordo, sono movimento, oscillazione, intensità. Un dipinto piccolo, come La costanza delle cose, ha in sé l’infinito, un mondo in movimento, che pulsa e si muove a formare l’armonia.

Chi è Giovanni Valle

Giovanni Valle nasce a Torino nel 1946.
Laureato in filologia moderna lavora per anni nel Sistema Sanitario.
Scrive su diversi periodici e riviste poesie, racconti e saggi.
Collabora a lungo con la Rai.
Pubblica libri di poesia, un romanzo, e anche il libro “Torino dopo le auto”, un modello di nuova mobilità urbana.
Dipinge dagli anni ‘80 del Novecento.

La sua è una pittura di valori, dominanti sono la natura vegetale, gli animali, cielo, mare, terra e la bellezza che è ovunque. Le sue linee guida sono i valori universali: uguaglianza, solidarietà, giustizia


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